Informativa n.17 del 7 marzo 2023

STATO DI AGITAZIONE

LA FLP GIUSTIZIA AVVIA LE PROCEDURE AL MINISTERO DEL LAVORO

 E PREANNUNCIA L’INASPRIMENTO DELLA VERTENZA

In data odierna la FLP Giustizia ha avviato presso il Ministero del Lavoro, nell’ambito dello stato di agitazione già attivato,  le procedure di richiesta di esperimento del tentativo i obbligatorio di conciliazione.

A questo primo atto formale, seguiranno tutte le iniziative di contrasto ad una situazione stagnante e non più accettabile per tutti i lavoratori del settore. Tutti i colleghi saranno chiamati a partecipare a forme di lotta sindacale per uscire dal buco nero che è divenuto il Dicastero di via Arenula.

La FLP Giustizia  nell’ultimo anno, ha inviato a più riprese note di protesta e di richiamo alle corrette relazioni sindacali, lamentando gravissimi ritardi nelle scadenze e negli adempimenti previsti negli accordi e nei contratti:

  • La corresponsione del salario accessorio è ferma al 2019 (!): da allora il personale non percepisce emolumenti per lavoro straordinario già prestato, così come le varie indennità (udienza, guida, ecc.) non sono percepite da allora;
  • A fronte di amministrazioni pubbliche che hanno effettuato numerose progressioni economiche (anche due in un solo anno), la maggior parte dei lavoratori del Dipartimento Organizzazione Giudiziaria ha percepito tale passaggio economico solo una volta in tredici anni, con un gravissimo danno sul salario e sulle future pensioni;
  • Nulla è stato fatto in termini di progressioni giuridiche, salvo che per una categoria professionale che è giunta a tale traguardo solo a seguito di contenziosi vinti con l’Amministrazione. Si ricordi, per tutti, la dolorosa vicenda dei lavoratori con il profilo di ausiliario, per i quali era previsto un graduale passaggio dalla prima alla seconda Area già dal 2010. Ebbene, tale passaggio non solo non è stato mai attuato ma ha comportato anche un ulteriore schiacciamento verso il basso “causato” dalle assunzioni numerose, e peraltro necessarie, che sono avvenute in seconda area.
  • Per i profili tecnici è rimasta inattuata la progressione tra le Aree, provocando una disparità rispetto all’analoga figura del Cancelliere che invece ha visto tale progressione attuarsi ai sensi dell’art. 21 quater L. 132/2015;
  • Tutto il personale è ancora in attesa di una convocazione per l’applicazione degli istituti previsti dal nuovo CCNL (famiglie professionali, progressioni giuridiche dentro e fra le aree) così come si è in attesa dell’apertura del tavolo di contrattazione per il nuovo Contratto Integrativo. Tuttavia né l’amministrazione precedente né quella attuale, ormai in carica da quattro mesi e mezzo, hanno provveduto ad effettuare convocazioni in tal senso;
  • L’Accordo sulla mobilità risale a luglio 2020 con un previsto cronoprogramma di interpelli inapplicato se non per le figure professionali del Funzionario Giudiziario, del Cancelliere e del Direttore, lasciando il restante personale privo della possibilità di un legittimo avvicinamento al proprio nucleo familiare;
  • La riforma Cartabia ha portato grandi stravolgimenti nelle procedure che investono migliaia di lavoratori, senza alcuna traccia di circolari attuative tantomeno di formazione o direttive precise, lasciando la trincea nel solito sistema di improvvisazione e buona volontà;
  • Tale ultima riforma ha anche, in prima attuazione, portato grave nocumento ad interi settori, come quello ad esempio dell’UNEP, che vede diminuite sensibilmente le proprie attività in ambito civile, con conseguente svuotamento delle competenze professionali a vantaggio di soggetti privati, senza una adeguata riflessione organica e con realizzazione parallela rispetto a previsioni normative mai portate a termine (si veda per tutti l’art. 492 bis cpc – ricerca telematica dei beni da pignorare – inapplicato sia in termini di formazione che di strumenti informatici);
  • Sofferenze nei processi lavorativi sono diffuse da anni: si vedano gli Uffici del Giudice di Pace e degli Uffici Minorili, di fatto abbandonati a se stessi, con carenze di organico superiori spesso al 50% o anche le Procure, non toccate dalle assunzioni del PNRR ma fortemente coinvolte con aumenti di attività previste dalla Riforma Cartabia;

Questo immobilismo rende l’Amministrazione Giudiziaria tra le meno appetibili nel panorama del pubblico impiego, e quotidianamente si assiste ad un fuggi fuggi generalizzato verso altri impieghi maggiormente gratificanti, con conseguente dispersione del know-how acquisito e dell’attività formativa già prestata.

Insomma, a fronte di un Ministero allo sbando, vecchio, arrogante e ingrato verso i propri dipendenti, inerte di fronte alle sollecitazioni sindacali, muto o al massimo contraddittorio nelle sue risposte, la  FLP metterà in campo tutte le iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione necessarie per allertare l’opinione pubblica sullo sfacelo in cui versa la giustizia.

E’ tempo di portare alla luce le ingiustizie professionali a cui sono  sottoposti migliaia di lavoratori che svolgono la propria attività con coscienza e competenza, coinvolgendo a tal fine tutto il personale in assemblee e forme di protesta molteplici e diffuse, per dare finalmente scacco a questa Amministrazione.

 

                                                                                  Il Responsabile Nazionale FLP Giustizia

                                                                                                            Roberto Cefalo

Informativa_17_2023