Informativa n.34 del 23/07/2024

SEMPRE PIU’ NELLA PALUDE

La latitanza del Vertice politico su risorse economiche aggiuntive, incremento degli organici e passaggi tra le aree impedisce un positivo esito della definizione delle nuove famiglie professionali, condannando il personale al sottoinquadramento e al mansionismo.

Si è svolto ieri un ennesimo incontro tecnico con il capodipartimento dog Campo in merito alla definizione delle famiglie professionali.
L’intenzione dell’Amministrazione era di arrivare ad una possibile firma entro fine mese in quanto l’Amministrazione giudiziaria è forse l’unica che non si è ancora dotata delle famiglie professionali previste dal CCNL.
Come FLP abbiamo ancora una volta ribadito le nostre proposte che prevedono la definizione delle famiglie come un primo passo per attuare il processo di ricollocazione e di riconoscimento professionale del personale, a partire da quello rimasto escluso in questi anni.
Per fare questo bisogna innanzitutto recuperare un numero di posti congrui in Terza Area (in seconda vi sono carenze utili a proseguire il percorso di ricollocazione del personale dalla ex Prima Area) che rendano praticabili le prospettive per il personale.
Le risorse stanziate dal CCNL, pari allo 0,55 per cento del monte salari 2018, sono insufficienti, basterebbero per poco più di 950 posti in terza area, a fronte di una platea di molte migliaia di colleghi interessati.
Ecco il perchè abbiamo ribadito la richiesta di aumentare da subito i posti disponibili per la procedura di passaggio tra le Aree in deroga, utilizzando in aggiunta le facoltà assunzionali dell’Amministrazione, recuperando da subito per i colleghi,, mediante una riscrittura degli organici, almeno altri 3.000 posti in più.
Considerato inoltre che questo sarebbe solo il primo passo, abbiamo ribadito come FLP che senza un intervento politico mirato ad ottenere un consistente aumento degli organici, la coperta sarà sempre corta, considerata la pressione che ci sarà nei prossimi mesi per la stabilizzazione degli attuali precari. Posti che per noi debbono servire per dare prospettive di carriera al personale, e non essere utilizzati unicamente per le assunzioni dall’esterno, come è avvenuto in questi anni.
In buona sostanza l’operazione “famiglie professionali” non può e non deve essere a costo zero, o limitarsi solo alla definizione di un quadro generale regolatorio, privo di effetti concreti.
Inoltre abbiamo chiesto con forza un adeguato rifinanziamento del FRD (almeno 40 milioni annui), con risorse caratterizzate dai requisiti di certezza e stabilità, requisiti indispensabili per attivare una nuova stagione di procedure per l’attribuzione dei differenziali stipendiali (ex Progressioni economiche) e anche per l’istituzione delle posizioni organizzative e di responsabilità.

Abbiamo inoltre espressamente chiesto che venisse prevista e attivata, come recita il CCNL, la Quarta Area delle Elevate Professionalità con l’individuazione delle relative famiglie, perchè intendiamo dare effettività alla nuova Area e, seppure in prospettiva, renderla un’occasione importante di sviluppo professionale per gli attuali funzionari dell’Amministrazione.
Infine abbiamo sollecitato una norma contrattuale che preveda, a domanda, il passaggio da una famiglia all’altra, della stessa Area, per riconoscere le attività effettivamente svolte, a prescindere dall’attuale profilo di inquadramento. Norma questa necessaria per superare le anacronistiche e ingiustificate differenziazioni che ancora oggi persistono negli Uffici giudiziari.
Senza queste condizioni, su cui il Governo tramite in Vice Ministro Sisto si era più volte nei mesi scorsi impegnato, non ci sono le condizioni per la definizione delle famiglie professionali, e tantomeno per una firma della FLP.
Cose che ribadiremo, in mancanza di sostanziali novità, nella prossima riunione a cui dovrebbe partecipare il Vice Ministro.
Infine vanno aggiunte alcune considerazioni non secondarie.
in mancanza di uno specifico accordo sulle famiglie professionali resta in piedi il vecchio sistema dei profili professionali con i suoi pregi, ma anche i tantissimi difetti.
Ricordiamo che la definizione dei profili e le loro attribuzioni e competenze con il vecchio CCNL è materia di solo confronto con il sindacato e non di accordo, per cui gli stessi potrebbero essere oggetto di modifiche sostanziali o di ulteriori iniziative unilaterali ( vedi video registrazioni udienze); inoltre il mantenimento dello status quo lascererebbe tutte le diseguaglianze e le ingiustizie perpetrate in questi anni, non offrendo alcuna reale prospettiva al personale di miglioramento delle proprie condizioni lavorative.
La situazione è certamente complicata e le soluzioni che faticosamente, ma coerentemente, ricerchiamo, scontano un quadro di riferimento assolutamente problematico.
Non intendiamo firmare un accordo “qualsiasi” sulle famiglie professionali, ma neanche sottrarci al nostro ruolo, mettendo la testa sotto la sabbia, permettendo all’Amministrazione di continuare a fare quello che gli pare.
Per cambiare registro non servono i piagnistei o la finta opposizione, che si limita a frasette pronunciate in riunione o scritte sui notiziari. O a dire semplicemente no. Posizioni comode probabilmente ma che non cambiano di una virgola la condizione di disagio e di frustrazione di decine di migliaia di colleghi che pure dovrebbero tutelare.
Sarebbe invece necessaria una forte mobilitazione unitaria di tutto il fronte sindacale che da tempo, purtroppo, invano, sollecitiamo alle altre OO.SS.
Che però, se va bene, fanno finta di non sentire….

Il Responsabile Nazionale FLP Giustizia
Roberto Cefalo

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