Informativa n.55 del 10/08/2022
La FLP GIUSTIZIA scrive all’Amministrazione:
RICHIESTA URGENTE APERTURA TAVOLO DI CONFRONTO
Al Capo di Gabinetto della Ministra della Giustizia
Alla Sottosegretaria Anna Macina
Ai Capi Dipartimento
OGGETTO: RICHIESTA URGENTE APERTURA TAVOLO DI CONFRONTO
Nonostante il periodo feriale e l’improvvisa crisi di governo permangono le annose problematiche che affliggono i dipendenti di questo Dicastero, aggravate dal perdurare della crisi pandemica e dall’inflazione galoppante.
La FLP Giustizia, ora più che mai, ritiene pertanto necessario sottolineare, a titolo non esaustivo, alcune delle principali criticità allo scopo di attivare con la necessaria urgenza un tavolo di confronto, ai diversi livelli di responsabilità, sulle questioni in sospeso mai risolte, per le quali si attendono risposte e soluzioni concrete capaci di alleviare le sofferenze del personale sia dal punto di vista salariale e professionale, sia in termini di benessere lavorativo.
Assolutamente prioritario, anche in vista del prossimo avvio della trattativa per il rinnovo del contratto integrativo, è iniziare a discutere dell’attuazione di quanto previsto dal nuovo CCNL in tema di famiglie professionali, per consentire poi la definizione di un serio piano di riqualificazione giuridica all’interno e fra le Aree che dia finalmente la possibilità a tutti i dipendenti della Giustizia di vedersi riconosciuta la professionalità acquisita.
È inoltre necessario che l’Amministrazione relazioni sul previsto monitoraggio relativo all’applicazione del POLA, verificando che, nella sua messa in atto, non vi siano incongruenze che lo rendano, anziché uno strumento utile ad efficientare la macchina della giustizia e ad implementare in modo strutturale gli innovativi modelli organizzativi di conciliazione vita-lavoro (lavoro agile, lavoro da remoto, co-working), una misura evanescente e discriminatoria.
A tal fine è necessario attivare il confronto per regolamentare a regime gli istituti del lavoro agile e da remoto, in applicazione del vigente CCNL delle Funzioni Centrali che come è noto ha profondamente innovato tali istituti, dandogli piena dignità contrattuale.
Sotto il profilo dei carichi di lavoro, come è noto alla stessa Amministrazione, le ultime tornate concorsuali, in particolare quelle a tempo indeterminato, non hanno affatto coperto i vuoti di organico determinatisi in oltre un ventennio di stasi, non garantendo da un lato il pieno ed effettivo avvicendamento con chi viene collocato a riposo e, d’altro canto, determinando spesso un fenomeno di “fuga immediata” da parte di chi, seppur assunto da poco, decide di dimettersi e di optare per altre PP.AA.. In proposito, a nostro avviso, occorre una seria riflessione sulla non appetibilità della professione amministrativa nei ruoli del Ministero della Giustizia, nello sforzo di analizzarne le possibili cause, a partire da quelle più evidenti: poche gratificazioni, sul piano delle aspettative di carriera e su quello salariale, nonché condizioni di lavoro, anche ambientali, ormai al limite del proibitivo a fronte di responsabilità oltremodo gravose e della delicatezza dei peculiari compiti richiesti.
Per questo consideriamo urgente una approfondita ricognizione dello stato dell’arte dell’edilizia giudiziaria in quanto, sebbene nel PIAO siano citati corposi stanziamenti per la costruzione di nuove “Cittadelle Giudiziarie”, il recente arrivo di un numero così importante di giovani colleghi addetti all’ufficio per il processo – e senza dimenticare che sono alle viste nuove immissioni in servizio a seguito di ulteriori procedure selettive esterne – ha fatto emergere la condizione precaria degli edifici che attualmente ospitano gli uffici giudiziari, spesso vetusti e con spazi insufficienti, privi di idonea areazione, che costringono non di rado il personale a svolgere la propria attività in assenza dei requisiti minimi di sicurezza e di dignità.
In ultimo, si intende richiamare l’Amministrazione al rispetto degli Accordi sottoscritti, a partire da quello sulla mobilità interna del personale. Sia a livello centrale, dove si registra un ritardo ingiustificabile e inaccettabile sulle scadenze previste e concordate (i soli interpelli finora banditi sono quelli di assestamento), sia a livello periferico, dove sovente si assiste all’applicazione fantasiosa e arbitraria e perfino alla totale disapplicazione degli Accordi stessi da parte dei vertici distrettuali.
Per non tacere, sempre in tema di mobilità, dell’iniqua norma, riconfermata in sede di approvazione dell’ultimo “Milleproroghe” (Legge n. 15 del 25 febbraio 2022 di conversione del decreto-legge n. 228 del 30 dicembre 2021), che vieta per un ulteriore anno l’assegnazione del personale della giustizia ad altre pubbliche amministrazioni, evidentemente più gratificanti ed ambite da chi si sente sempre più demotivato ed ostaggio di una Amministrazione matrigna, oltre che discriminato rispetto ai lavoratori degli altri settori del Comparto Funzioni Centrali.
Essendo le tematiche esposte non più rinviabili, nell’interesse dei lavoratori e di quello della stessa Amministrazione si richiede la calendarizzazione urgente, subito dopo la pausa estiva, di una serie di incontri per poterle affrontare e discutere in modo serrato.
Cordiali saluti.
Il Responsabile Nazionale FLP Giustizia
Roberto Cefalo