Informativa n.24 del 23/05/2024
FAMIGLIE PROFESSIONALI E NUOVO ORDINAMENTO DEL PERSONALE
IL TEMPO E’ SCADUTO!
Circa un mese fa scrivemmo ai massimi vertici politici e amministrativi del Ministero sollecitando la ripresa delle trattative, da tempo ferme, sul Contratto integrativo Giustizia e sul nuovo ordinamento professionale del personale.
Riportiamo alcune parti della lettera, ancora attuali e irrisolte, che riassumono i termini della vicenda:
“A distanza di circa 2 anni dall’entrata in vigore del CCNL delle Funzioni Centrali, e a 18 mesi dal termine ivi previsto per l’attuazione del nuovo ordinamento professionale, registriamo un nuovo, preoccupante, stallo del negoziato con la delegazione di parte pubblica su tali questioni, che rende, purtroppo, il Ministero della Giustizia un caso unico nel panorama delle grandi Amministrazioni rispetto all’inquadramento del personale nel nuovo sistema di classificazione contrattuale.
Situazione questa non puramente formale, ma assolutamente sostanziale, in una realtà caratterizzata dal persistere di vecchi inquadramenti risalenti ormai a più di 15 anni, non allineati con i nuovi compiti e processi lavorativi del Ministero, attraversato in questi anni da profonde riforme e dagli impegni assunti dal nostro Paese con l’Unione Europea nell’ambito della realizzazione del Piano Giustizia del PNRR.
Compiti aggiuntivi che non possono essere a costo zero considerando il personale una variabile indipendente.
Un mancato adempimento, che non solo lede le legittime aspettative del personale, chiamato a compiti sempre più pressanti, con retribuzioni al ribasso e prospettive di carriera negate, ma che riverbera i suoi effetti anche sul funzionamento della macchina giudiziaria, ingabbiata in una miriade di profili professionali arcaici, e da massicce immissioni in servizio dall’esterno dal carattere precario e temporaneo, o direttamente in posizioni “sovraordinate” nell’area dei funzionari, in spregio alle migliaia di colleghe e colleghi che da anni svolgono funzioni altamente specialistiche e che si vedono negata ogni prospettiva di carriera.
Il Contratto Integrativo non è un optional, ma una necessità, anche per modernizzare il sistema incentivante, le posizioni organizzative, attuare la Quarta Area delle elevate professionalità.”
Inoltre, ripetutamente, nei mesi scorsi come FLP abbiamo sollecitato l’Amministrazione a utilizzare lo stanziamento, pari allo 0,55 % del monte salari 2018, previsto dal CCNL per i passaggi tra le aree in deroga, che ammonta a circa 9 milioni e mezzo complessivi per tutta l’Amministrazione della giustizia, e a circa 7 milioni e 800 mila per il DOG. Risorse che permetterebbero un reinquadramento nell’Area superiore di circa 950 unità. Un numero evidentemente del tutto insufficiente che però può essere integrato dall’attuazione delle previsioni normative pregresse e di quelle derivanti dai protocolli di intesa siglati negli anni scorsi e non ancora applicati, che permetterebbero la ricollocazione del personale interessato, senza gravare sui fondi del contratto, che potrebbero invece essere utilizzati per i passaggi di chi ne è rimasto escluso negli anni scorsi. Ebbene, le riunioni sono riprese, l’Amministrazione ha presentato una sua proposta, ma, in particolare per il DOG, permangono tutte le criticità denunciate e non risolte. Una proposta quella dell’Amministrazione che, ove condivisa, sostanzialmente non cambierebbe nulla, mantenendo attività e figure professionali in posizioni di sotto inquadramento rispetto alle attività svolte, aumentando ancora la parcellizzazione degli inquadramenti, ingabbiando il personale in veri e propri recinti, statici ed immutabili, mettendo a rischio per gli anni a venire ogni percorso di crescita professionale. Il combinato disposto dell’istituzione delle nuove famiglie professionali, con il permanere di una miriade di profili, rende paradossalmente più complessa l’attuazione dei passaggi tra le Aree, che ora con il nuovo CCNL vanno definite per singola famiglia professionale all’interno dell’Area superiore. Una proposta che non risponde alle aspettativa degli ex ausiliari dello scorrimento della graduatoria, che ingabbia gli assistenti giudiziari ed i cancellieri esperti per sempre nella seconda area , che ripropone per i funzionari che da anni svolgono le loro funzioni una posizione di subordinazione all’interno della terza area, che infine vanifica anche le aspettative dei direttori e di coloro che all’attualità sono inquadrati nel profilo di funzionario, allo sbocco professionale nell’Area delle elevate professionalità che, a differenza di quanto prevede il CCNL ,in questo caso non verrebbe istituita e tantomeno attivata. Senza un incremento degli organici come numero complessivo di unità, e soprattutto senza una rimodulazione in aumento dei posti disponibili nell’Area dei funzionari e nell’Area delle Elevate professionalità, non si potrà realizzare un nuovo ordinamento professionale capace di riconoscere le funzioni svolte, e di costruire un percorso che possa accompagnare negli anni un vero ammodernamento dell’amministrazione della giustizia. Eppure, nonostante da mesi ripetiamo questa posizione quale condizione necessaria, da prevedere a monte, per dare corso a quanto disposto nel CCNL delle Funzioni Centrali, nessuna concreta risposta è pervenuta in questi mesi dal Ministro e dall’Autorità politica nel suo complesso.
Come nessuna risposta è giunta alla richiesta della FLP di recuperare l’incredibile gap salariale che ormai rende il ministero della Giustizia una delle Amministrazioni più povere in materia di trattamento economico del personale di tutto il panorama nazionale.
Risorse necessarie anche per istituire finalmente anche al DOG le posizioni organizzative e di responsabilità, per prevedere l’indennità per gli Uffici disagiati in coerenza con quanto avviene per il personale giudicante, per incrementare il Fondo risorse decentrate, la produttività collettiva e garantire un adeguato finanziamento alle nuove procedure di progressione economica, altrimenti irrealizzabili. Queste però sono due condizioni, per noi entrambe da realizzare.
Perché, è bene chiarirlo da subito, per la FLP e speriamo anche per le altre OO.SS., non basterebbero certamente due spiccioli (ammesso che li trovino), a dare il via libera ad un ordinamento professionale al ribasso, che metterebbe una pietra tombale per almeno un altro decennio alle legittime aspettative del personale.
Il Responsabile nazionale FLP Giustizia
Roberto Cefalo