INFORMATIVA N. 26 DEL 09/05/2023
Nuovo rinvio per la ripresa del confronto
Differita la riunione prevista per domani al 30 maggio 2023
Roma, 9 maggio 2023
Sembrava che finalmente qualcosa stesse per cambiare e che le relazioni sindacali al Ministero della Giustizia potessero avviarsi se non alla normalità, almeno al rispetto del cosiddetto “minimo sindacale”.
Ma purtroppo non è così.
Dopo una faticosa ripresa del confronto avutasi il 22 marzo 2023 è di nuovo calata la palude … la successiva riunione che doveva vedere all’odg la sottoscrizione definitiva del Fondo risorse decentrate 2021, la cui preintesa risale a dicembre 2021, l’apertura del confronto sul Fondo 2022 ( annualità già scaduta) e il nuovo ordinamento professionale ( la cui entrata in vigore era prevista al 1 novembre 2022 dal CCNL del comparto Funzioni Centrali ), inizialmente programmata per il 13 aprile, e poi fissata al 10 maggio 2023 ( mettiamo l’annualità perchè forse per l’Amministrazione la data opportuna era il 2024…) viene oggi rinviata addirittura al 30 maggio 2023… a causa di impegni improrogabili del Vice Ministro.
Un rinvio non di qualche ora, o di qualche giorno, ma addirittura di venti giorni, cosa che, con tutto il rispetto per gli impegni del Vice Ministro, appare del tutto surreale e francamente inaccettabile.
L’estate scorsa le trattative erano ferme perchè l’Amministrazione aspettava le elezioni e il possibile cambio di guardia politico e avvicendamento amministrativo…l’autunno è trascorso per l’insediamento del nuovo MInistro e dei vertici del DOG… ma ora sono trascorsi ulteriori sette mesi dalle elezioni e il reiterarsi di questo stallo ci rende molto preoccupati.
Se infatti le motivazioni del rinvio risiedono nelle mancate risposte degli organi di controllo alla certificazione del FRD 2021 significa che il peso del Ministero della Giustizia nelle interlocuzioni istituzionali è pari a zero, dal momento che non esistono situazioni analoghe in tutta la Pubblica amministrazione, a distanza di 15 mesi dalla firma della preintesa.
Se invece le motivazioni sono da rinvenire nella mancata definizione di un minimo di proposta datoriale sulle questioni dell’ordinamento professionale, delle nuove famiglie professionali, e delle risposte contrattuali da dare alle legittime aspettative consolidatesi in questi anni per effetto della mancata attuazione degli accordi pregressi, la questione diventa ancora più preoccupante.
Ci possono essere posizioni diverse, mancate condivisioni di priorità, ma questo lo si verifica nel corso del normale dispiegarsi del sistema di relazioni sindacali. Qui invece ci troviamo di fronte all’impossibilità di esercitare la funzione di rappresentanza del personale perchè ti vengono negate le sedi nelle quali questo confronto deve necessariamente e obbligatoriamente avvenire, nel rispetto della legge e dei contratti.
E che tutto questo succeda al Ministero della Giustizia fa assumere alla vicenda un carattere decisamente Kafkiano.
Il Responsabile Nazionale FLP Giustizia
Roberto Cefalo